Alle 19.00 di giovedì il feretro di Ciro Esposito, il trentenne tifoso del Napoli morto dopo oltre 50 giorni di agonia, è giunto a Scampia. La bara è stata accolta da un lungo applauso e resterà nella camera ardente dell’auditorium dell’VIII municipalità fino ad oggi pomeriggio, quando verranno celebrati i funerali. Dall’autopsia è emerso che il tifoso partenopeo si avventò su Daniele De Santis ed entrambi caddero a terra. Si rialzarono e a quel punto De Santis sparò i colpi di pistola uno dei quali raggiunse Ciro alla schiena. Il proiettile che ha ferito Esposito è stato sparato ad altezza l’uomo.
Esposito, dal suo letto del Policlinico Gemelli, avrebbe indicato nell’ex ultrà della Roma l’uomo che davanti al circolo di Tor Di Quinto fece fuoco con una pistola. Davanti all’immagine di De Santis, in un’occasione avrebbe detto, con un filo di voce rotta dall’agonia, “mi ha sparato il ‘chiattone’“. L’avvocato Damiano De Rosa avrebbe anche confermato che all’agguato contro il pullman dei tifosi del Napoli parteciparono altre persone oltre a Daniele De Santis.
Nel timore di vendette da parte di ultras del Napoli, Daniele De Santis, accusato di omicidio volontario dopo la morte di Esposito, è stato trasferito per motivi di sicurezza dal Policlinico Umberto I, dove era ricoverato agli arresti per le gravi ferite frutto del pestaggio dei napoletani, all’ospedale Belcolle di Viterbo. Il Viminale, intanto, studia le mosse per evitare possibili ritorsioni tra tifoserie nella prossima stagione con il probabile divieto di molte trasferte. Ma l’allarme è già scattato e il timore di vendette anche in questa estate è alto.
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